Cura epicondilite: cause e rimedi del disturbo al gomito

Epicondilite: di che dolore si tratta?

L’epicondilite (o gomito del tennista) è un disturbo molto frequente che si verifica quando i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito, si infiammano. Questo disturbo, se non curato in tempo ed in maniera corretta, evolve in uno stato cronico.

Perchè ciò si verifica? Le cause possono essere forti traumi (come una caduta), microtraumi o un eccessivo uso del gomito.

Quindi, frequenti ipersollecitazioni dei muscoli di questa zona possono portare all’insorgere dell’epicondilite.

Il fastidio avvertito inizialmente è lieve, per questo spesso si tende a sottovalutarlo fino quando non diventa un dolore fisso e costante focalizzato nella parte esterna del gomito (può arrivare anche fino alle dita).

In caso di forte infiammazione, il dolore si presenterà anche durante semplici movimenti quotidiani, come ad esempio aprire una porta, scrivere, stringere la mano ad una persona.

Inoltre, chi avverte tutto ciò tenderà (quasi naturalmente) ad assumere un atteggiamento sbagliato: utilizzerà poco il braccio in questione o eviterà di estendere il gomito; questo porta conseguentemente all’irrigidimento dell’articolazione fino ad arrivare alla perdita di alcuni gradi di estensione del gomito.

La forte infiammazione causerà:

  • Gonfiore
  • Inspessimento dei tendini
  • Calcificazioni dei tendini

Tra le epicondiliti croniche, una delle cause scatenanti deriva da un mal funzionamento del comparto cervicale o delle articolazioni del polso o della mano, probabili vittime di traumi precedenti.

Cosa fare in caso di epicondilite?

Fondamentale è rivolgersi, ai primi avvertimenti di dolore, ad un fisioterapista che valuterà in maniera dettagliata la situazione del paziente.

Quest’ultimo, durante la visita, dovrà effettuare dei movimenti mentre lo specialista effettuerà una palpazione dei muscoli estensori che, in caso di epicondilite, provocherà dolore.

Successivamente, per confermare la diagnosi, il fisioterapista effettuerà dei test muscolari per valutare la forza contro resistenza dei muscoli in questione.

Cure e rimedi

In caso di “gomito del tennista”, i farmaci non hanno un grande effetto per cui è poco consigliato farne un uso eccessivo.

In una fase iniziale si può applicare del ghiaccio 2/3 volte al giorno per circa 15 minuti.

Per ridurre l’infiammazione, inizia con il sospendere ogni tipo di attività fisica, evita movimenti dolorosi e di sovraccarico del gomito. Tieni a riposo la zona in questione, utilizzando anche un tutore apposito per epicondilite.

Se, in seguito a diversi tipi di trattamenti, il paziente non trova alcun tipo di beneficio e non ci sono visibili miglioramenti, è necessario il ricorso ad un intervento chirurgico che va eseguito solo dopo 12 mesi dall’inizio delle terapie.

Le diverse fasi del trattamento fisioterapico

La risoluzione dell’epicondilite tramite fisioterapie prevede tre diverse fasi:

  • Fase acuta: in cui l’obiettivo principale è ridurre l’infiammazione a livello muscolare. Tra i vari trattamenti, si potrebbero effettuare:
  • Crioterapia
  • Stretching
  • Mobilitazione delle articolazioni
  • Tecar
  • Laser yag
  • Fase post-acuta: in questo caso bisognerà eliminare l’infiammazione presente e ripristinare la forza e la resistenza muscolare. Tra i vari trattamenti, lo specialista può effettuare:
  • Tecar
  • Laser yag
  • Onde d’urto
  • Esercizi di rinforzo muscolare
  • Massoterapia
  • Fase finale: in questo ultimo caso, l’obiettivo sarà consentire al paziente il ritorno alle normali attività fisiche e lavorative, continuando con la terapia strumentale ed esercizi per potenziare la muscolatura.

Se si avvertono uno o più sintomi sopra indicati (anche se in forma lieve) è importante rivolgersi subito ad uno specialista per riuscire a risolvere il problema in tempo e non doverlo trattare in una fase acuta.

Martina

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